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Proteine del latte

Il latte e le sue componenti nutritive

Bianco, fresco, buono: alzi la mano chi ama il latte! Questo alimento ha una storia antichissima ed è sempre stato consumato dagli esseri umani. Grazie alle sue caratteristiche è considerato uno dei cibi più completi e ha moltissimi effetti benefici sulla salute. Nella Piramide Alimentare si trova  tra gli alimenti da assumere giornalmente: per il nostro benessere, bisognerebbe consumare almeno una porzione di latte o latticini al giorno ma le linee guida parlano addirittura di 2-3 porzioni al giorno per garantire il giusto apporto di calcio e sali minerali.

Ma vediamo più nel dettaglio le proprietà nutrizionali del latte: leggi questa breve guida per scoprire tutto quello che c’è da sapere su questa bevanda!

Le proprietà organolettiche e nutrizionali del latte variano molto a seconda di alcuni fattori, come il livello di scrematura e l’animale di provenienza. Noi parleremo del latte vaccino, che è il più diffuso in tutto il mondo; ma esistono anche altre tipologie, come il latte di capra, di pecora, di bufala e di asina, tutti gustosi e salutari.

Il latte è un prodotto che rientra nel gruppo fondamentale degli alimenti perché è ricco di proteine ad alto valore biologico, vitamine e nutrienti. Contiene acidi grassi prevalentemente saturi, calcio, fosforo e minerali come zinco e selenio. Per quanto riguarda le vitamine, il latte è particolarmente ricco di vitamina A e vitamine del gruppo B (specialmente B12 e riboflavina).

L’apporto calorico dipende fortemente dal livello di scrematura. In una dieta ipocalorica è consigliabile evitare il latte intero e preferire quello parzialmente scremato o scremato; inoltre, il latte vaccino è meno calorico rispetto a quello di pecora che però può essere consumato nella versione parzialmente scremata.

Utilità e funzioni delle proteine del latte

Il latte è un alimento ideale per gli sportivi, in quanto ha un ottimo apporto proteico. Le proteine del latte si dividono in due tipi: caseine e proteine del siero del latte.

Caseine

Queste proteine hanno la peculiarità di non coagulare con il calore, se non dopo un lungo riscaldamento, e per questo resistono ai processi di pastorizzazione e sterilizzazione. Coagulano però per acidificazione o per l’azione di determinati enzimi: è proprio tramite un processo di coagulazione delle caseine che si ottengono yogurt e formaggi.

Proteine del siero del latte

Queste proteine sono idrosolubili e sono considerate tra le migliori per il consumo umano in quanto hanno un alto valore biologico. Il valore biologico è determinato da due caratteristiche fondamentali. La prima è la ricchezza in amminoacidi essenziali, ovvero quegli amminoacidi che il nostro corpo non è in grado di produrre autonomamente ma che deve necessariamente assumere con l’alimentazione. Le proteine del siero del latte ne sono particolarmente ricche, addirittura più delle proteine delle uova. 

La seconda caratteristica riguarda il fatto che sono altamente assimilabili grazie a una elevata facilità di assorbimento del nostro organismo. Le lattoalbumine e le lattoglobuline (così si chiamano le principali proteine del siero del latte), grazie alla loro struttura più semplice rispetto alle caseine, sono infatti digerite molto velocemente dopo l’assunzione perché contengono oligopeptidi a biodisponibilità immediata. Per tale ragione sono indicate subito dopo il workout. Le proteine del siero del latte, a differenza delle caseine, coagulano per processo termico; la ricotta si ottiene infatti proprio in questo modo.

Differenze tra proteine del latte materno e vaccino

Il latte è un alimento importantissimo per la crescita dei bambini, in quanto supporta lo sviluppo di ossa e denti, rinforza le difese del sistema immunitario, aiuta a raggiungere il fabbisogno proteico giornaliero ed è una grandissima fonte di sostanze essenziali. Ma quali sono le differenze tra il latte materno e vaccino? Vediamole subito.

– Per quanto riguarda i neonati, il latte da utilizzare è quello materno. I suoi valori nutrizionali variano durante la crescita del bambino adattandosi alle esigenze del neonato durante le varie fasi dei primi mesi di vita. Per questo motivo non è indicato il latte vaccino che invece ha una composizione standard e, durante questa delicata fase, rischierebbe di danneggiare la salute del neonato. In caso non fosse possibile usare il latte materno esistono tipologie di latte artificiale formulate appositamente per i neonati ed equilibrate per i vari step del primo anno di vita.

– Il latte umano ha mediamente più lattosio, più grassi insaturi (e un contenuto inferiore di grassi saturi), più zuccheri e meno proteine, soprattutto caseine.

– Dal punto di vista calorico, il latte vaccino e quello materno sono pressoché equivalenti: il latte materno apporta circa 65 calorie per 100 g, mentre quello vaccino ne apporta circa 70.

– A differenza del latte vaccino, la composizione delle proteine del latte materno varia a seconda del momento della lattazione. La concentrazione di proteine del siero del latte si riduce progressivamente dall’inizio della lattazione fino al termine, mentre quella di caseine è bassa o totalmente assente all’inizio, aumenta rapidamente e poi diminuisce nuovamente verso la fine.

Secondo le indicazioni della Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica, il latte vaccino può essere introdotto come alimento principale nella dieta dei bambini dopo i 12 mesi. Già da prima si può usare in piccole quantità in altre preparazioni, come per esempio il purè di patate.

Un latte unico proviene da una terra unica

Tutti amano il latte: per il suo sapore fresco e dolce, per le proteine e il calcio presenti e per i suoi effetti benefici sulla salute. Dal latte, inoltre, si ottengono buonissimi derivati, come burro, formaggi e panna. Insomma, si tratta di un alimento importantissimo per la nostra nutrizione e che gioca un ruolo da protagonista in cucina!

Quando consumare il latte? La colazione è forse il momento preferito, ma questa bevanda è adatta a ogni pasto. I tempi di digestione del latte variano da mezz’ora a due ore, a seconda del livello di scrematura; se intendi consumarlo come spuntino prima di un allenamento, magari con un po’ di frutta, tieni conto del tempo necessario per digerire.

Quale latte scegliere? Dipende dai gusti e dalle esigenze personali, ma l’importante è optare sempre per prodotti di qualità, sani e naturali. Come il latte Arborea, munto e lavorato esclusivamente in Sardegna e poi portato sulla tua tavola. Scopri l’autentico gusto del latte sardo, e non tornerai più indietro.

Differenza tra intolleranza al lattosio e allergie alle proteine del latte

In alcuni casi il consumo del latte può comportare alcune controindicazioni. Bisogna stare molto attenti, però, a non confondere l’allergia al latte con l’intolleranza al lattosio in quanto si tratta di due fenomeni molto diversi sia per gravità che per origine e spesso sono erroneamente confusi.

L’allergia al latte è diffusa prevalentemente in età infantile ed è, insieme all’allergia all’uovo, una delle più diffuse. Ha una incidenza del 2-3% nel primo anno di vita e può riguardare una categoria specifica di proteine o più di una (ad esempio solo caseine oppure caseine e sieroalbumine). A causa della omologia tra le proteine del latte di diverse specie animali, esiste cross-reattività tra diversi tipi di latte: ciò significa che se si è allergici al latte vaccino è probabile che si sia allergici anche a quello di capra o di pecora ad esempio. Sebbene gli eventi gravi derivanti da allergia alle proteine del latte siano rari, non si può escludere che avvengano e il tutto va gestito con la massima attenzione in ambito specialistico.

L’intolleranza al lattosio, invece, è un disturbo molto più diffuso e riguarda circa il 70% della popolazione mondiale in età adulta. Il lattosio è lo zucchero naturalmente presente nel latte. Per essere digerito deve essere scisso nelle sue due componenti semplici: glucosio e galattosio; questo ruolo è svolto dall’enzima lattasi. Alcune persone, però, presentano una carenza o totale assenza di questo enzima, il che porta a un’incapacità di digerire il latte. In caso di intolleranza al lattosio si presentano sintomi come disturbi intestinali, nausea, diarrea e rilascio di gas.

La diagnosi di intolleranza al lattosio viene fatta dal medico dopo un test specifico, chiamato Breath Test, il quale valuta la presenza di idrogeno nell’aria espirata dal paziente prima e dopo la somministrazione di 20-25 g di lattosio. Il test viene effettuato prelevando almeno 6 campioni di aria ottenuti facendo soffiare il paziente in una sacca a intervalli regolari di mezz’ora per circa 4 ore.

Per gli intolleranti al lattosio esistono in commercio alternative vegetali al latte, come le bevande a base di soia o di nocciole; questi prodotti, però, non arrivano ai livelli nutrizionali del latte. La soluzione ideale è il latte delattosato ad alta digeribilità in cui è garantito l’apporto di tutti i nutrienti presenti nel latte. Consulta, comunque, sempre il parere del tuo medico per consigli e suggerimenti su quali alimenti introdurre nella tua dieta e, se credi di essere a rischio intolleranza o allergia, sottoponiti agli esami del caso.

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